L’ultimo diaframma
Il 14 agosto 1962 cadeva l’ultimo diaframma di roccia sotto il Monte Bianco. Per la prima volta nella storia, degli uomini si abbracciavano sotto e dentro chilometri di pietra e ghiaccio, nel cuore della montagna più alta d’Europa. La più possente barriera naturale del Continente era diventata una porta che consente, ancora oggi, l’incontro di merci, persone, esperienze. L’Ultimo diaframma, a cinquant’anni esatti da quell’evento, ne racconta la vocazione con un volume e un evento commissionati dal Traforo del Monte Bianco. La pubblicazione “Un varco a nord-ovest” (Silvana editoriale, p.160, euro 19), contiene la cronaca e le prospettive dello scavo, insieme a fotografie inedite scattate dagli stessi minatori che presero parte all’impresa. L’evento, “L’ultimo diaframma” (Jardin de l’Ange), comprende una giornata studi curata dal prof. Andrea Farinet e organizzata in collaborazione con Fondazione Courmayeur (la mattina), occasione di confronto sui rapporti tra Italia e Francia con osservatori dell’economia e del diritto transfrontalieri e della prevenzione in montagna, la presentazione del volume “Un varco a Nord-Ovest” con i testimoni dell’epoca e gli autori del volume e un evento pubblico di parola sul tema delle frontiere con la nuova Direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura a Parigi Marina Valensise, l'inviato del quotidiano La Stampa Domenico Quirico e l'Ambasciatore in Francia Giovanni Caracciolo di Vietri. Chiude la giornata un concerto conclusivo “bilingue”, pensato per l’occasione, di esplorazione tra i linguaggi musicali del folk, del pop e della canzone d’autore.